mercoledì 11 novembre 2009

Tre uomini e una squadra /2

Ma tre uomini fanno una squadra?
Ieri ho voluto disquisire su alcuni, e solo alcuni, degli elementi che fanno di tre arcieri una squadra più o meno competitiva. Oggi invece mi voglio soffermare solo su uno di essi, che ho menzionato nella disquisizione sulla squadra Coreana di Ulsan: il livello assoluto dei membri della squadra.
Ma come misurare il livello assoluto di un arciere a livello mondiale?
I punteggi di picco che un arciere raggiunge in alcuni periodi della sua carriera non danno mai il livello assoluto reale da prendere in considerazione per compararne il valore con altri, ma solo il livello puntuale del momento. Un 1350 FITA tirato oggi da Giovanni non è comparabile con un 1350 tirato da Francesco domani se la gara si svolge … dopodomani. Vanno meglio i punteggi medi su due o più gare, o meglio ancora se si usano punteggi e risultati su un arco di tempo um più ampio, dove anche le inevitabili oscillazioni diventano parte del risultato misurabile.
Ma se si vuole tentare misurare il livello assoluto di una squadra in relazione alla sua competitività livello mondiale, la faccenda si fa parecchio tosta.
Ma dove ricavare un livello medio degli arcieri di una nazione misurato su n periodo di tempo significativo in modo assoluto?
Qualche giorno fa ho avuto l’intuizione della possibile soluzione. Ho scavato nel sito della FITA e ho trovato l’archivio storico delle World Rank List risalente fino al 2001.
La World Rank List della FITA, istituita nel 1998, classifica gli arcieri a livello individuale in base ad indici ponderati ricavati dalle competizioni internazionali ufficiali alle quali partecipano. Non da pertanto il livello puntuale dell’arciere, ma il suo livello di competitività negli scontri diretti mediato in modo ponderale su un arco di tempo minimo di un anno a base mobile.
Per chi volesse approfondire, le spiegazioni sono a:
World Ranking Calculation Rules
Ho quindi passato un po’ di tempo ad estrarre dall’archivio le posizioni nella Wolrd Rank List di tutti gli Italiani Olimpico Maschile calcolate tra Settembre e Ottobre di ogni anno.
Ho sommato le posizioni dei tre italiani nella liste che avevano fatto parte della squadra “ufficiale” olimpica FITARCO, e che in tutti gli anni tranne che nel 2009 coincidevano comunque anche con i primi tre italiani nella World Rank list.
Ho infilato quindi tutti i dati in un foglio di Excel, e ne ho ricavato il diagramma che riporto qui sotto.

La linea verde mare “Team” rappresenta quindi in questa analisi il livello di competitività assoluto della squadra italiana OL negli ultimi nove anni, come media delle posizioni dei suoi tre membri nella Wolrd rank list individuale.
La competitività della squadra, analizzata in questo modo, mostra chiaramente l’influenza di entrate ed uscite dalla squadra dei vari arcieri che l’hanno composta e può essere facilmente correlata ai risultati pratici della squadra stessa ottenuti sul campo.
Voglio ricordare per tutti alcuni momenti topici della nostra Nazionale:
  • 2001, mondiali di Pechino, seconda squadra assoluta dietro la Korea
  • 2002, Marco Galiazzo sostituisce Matteo Bisiani, Michele Frangilli vince gli Europei e la squadra è terza.
  • 2003, Michele Frangilli vince i Mondiali di New York e la squadra è terza e si qualifica per Atene
  • 2004, Marco Galiazzo vince gli Europei le Olimpiadi di Atene, la squadra vince gli Europei ma finisce settima ad Atene
  • 2005, un pessimo mondiale a Madrid, con la Squadra 12esima.
  • 2006, la squadra è terza agli Europei
  • 2007, la squadra è quinta ai mondiali di Lipsia e si qualifica per Pechino
  • 2008, Mauro Nespoli sostituisce Michele Frangilli, la squadra vince gli Europei ed è Argento alle Olimpiadi
  • 2009, la squadra è solo nona ai mondiali di Ulsan.
 Ovviamente sorge spontanea la domanda: ma come, una squadra mediamente di livello 10 non va a medaglia ad Atene, ed una di livello 22 fa l'Argento a Pechino?
La spiegazione è invece semplicissima: la misura della competitività della della squadra è sì di valore assoluto a livello mondiale, ma deve confrontarsi con la competitività ed il numero delle squadre presenti nella singola manifestazione.
Non ho il tempo e la voglia di andare a fare una simile analisi su tutte le altre squadre principali esistenti, ma potrebbe certamente farlo chi è retribuito per questo. Ma più semplicemente, voglio ricordare che ai Mondiali le squadre sono presenti tutte, agli Europei solo quelle Europee e alle Olimpidi solo quelle 12 che si erano qualificate. Molto piu’ facile un buon piazzamento alle Olimpiadi che ai Mondiali, e ancora più facile agli Europei.
Ma alle Olimpiadi si va per piazzamento entro le prime 8 dei mondiali, ed è solo la competitività ai mondiali che conta, a quel punto.
Vale inoltre la pena di ricordare che la posizione nella world rank list mondiale si conquista e si mantiene in pratica solo con le vittorie negli scontri nelle gare di prima categoria, quelle con coefficiente 80 o 100 che sono le Coppe del Mondo, gli Europei, i Mondiali e le Olimpiadi. Le altre gare come i Grand Prix hanno coefficienti molto più bassi, e quindi poco influenti sulla ranking. Ma per vincere scontri in quelle gare occorre inevitabilmente andarci, con i posti che sono ora solo tre nelle gare principali, e pertanto chi non ci va non può che precipitare nella world rank list, rendendo difficile l’interpretazione del potenziale reale della squadra a partire dal 2007.
Ma il risultato effettivo e il suo trend quello credo proprio sia misurabile in assoluto con il metodo descritto, e la curva risultante conferma inequivocabilmente i dubbi contenuti del mio articolo del 10 ottobre in vista (o svista) di Londra 2012.
Tre uomini fanno una squadra? Purtroppo in questo caso sì.


2 commenti:

ricfranz ha detto...

L'Italia Argento alle Olimpiadi, non Bronzo....
Ciao
Ric

Vittorio Frangilli ha detto...

Ohhps..
Corretto, grazie pe rla segnalazione...