lunedì 9 novembre 2009

Tre uomini e una squadra

Ma tre uomini fanno una squadra? Nell’arcosfera, dove le squadre sono quelle del nostro sport, spesso si costruiscono squadre utilizzando le figurine degli arcieri come quelle Panini dei calciatori. Ci si dice: Giovanni fa spesso 580, Giorgio fa qualche volta 575, Giuseppe fa ogni tanto 585. Probabilmente insieme fanno 3 x 580 =1740 e magari vinciamo a squadre gli Italiani o gli Europei o i Mondiali o i Giochi interstellari…
Ho costruito e gestito decine e decine di squadre sia maschili che femminili di ogni livello e per gli obiettivi più svariati nella mia lunga esperienza di allenatore, e io pure nel 90 percento dei casi mi sono basato sullo stesso genere di considerazioni. Tre uomini(o tre donne, ovviamente) si sommano e fanno una squadra che dovrebbe essere il totale dei tre, e nell’ 80 % dei casi lo diviene.
Ma se la squadra che costruite è nell’atro 20 percento, allora le somme non funzionano più, e spesso possono trasformarsi, se la situazione non è ben gestita, in sottrazioni.
La zona grigia delle squadre è quella che viene generata dalla mancanza di fiducia reciproca tra i membri della squadra stessa.
Gli arcieri conoscono benissimo i loro compagni o potenziali compagni di squadra, ne conoscono bene i pregi e altrettanto bene i difetti. Giorgio è noto per fare frecce a destra sotto tensione, Giovanni “chiude “ il braccio dell’arco se deve accelerare e Giuseppe non è bravo a contromirare. Tutti e tre conoscono i pregi ed i difetti degli altri, tutti e tre tentano di fare del loro meglio sulla linea di tiro, tutti e tre hanno una paura folle che i loro sforzi vengano vanificati dagli errori degli altri. Tutti e tre hanno bisogno di credere che gli altri non sbaglieranno, per dare il meglio di se stessi. E tutti e tre devono avere assoluta fiducia nel Coach che li ha portati fino alla gara e li gestisce sulla linea di tiro. Tre uomini non fanno mai una squadra completa, perché anche il Coach è un elemento fondamentale, nel bene e nel male , del risultato della squadra. Ha scelto la squadra, ha allenato i suoi membri, ha testato tutte le possibili combinazioni di alternanza nel tiro, ha testato tutti i possibili rimpiazzi per ciascuno dei tre. O dovrebbe averlo fatto. Anche lui conosce tutti pregi e le debolezze dei tre, ed i tre conoscono benissimo le sue.
Il Coach ha deciso la squadra, ha guidato le selezioni per la stessa e comunque ha fatto in modo che le selezioni dessero il risultato al meglio simile a quello da lui desiderato. I tre lo sanno, e lo sanno anche le riserve e quelli esclusi. Tutti sanno tutto di tutti, pregi e difetti esasperati.
Ma quando viene la gara della verità, quella unica maledetta gara dove la Squadra deve andare sulla linea di tiro e DEVE fare il risultato a tutti i costi, i fattori positivi si sommano ed i negativi si sottraggono e nessuno può più barare. Se i tre hanno uno stato di forma comune, obiettivi ed entusiasmo comune e credono nel livello dei propri compagnie ed in quello del Coach che li guida, la somma dei loro talenti può diventare addirittura una moltiplicazione al di là delle aspettative.
Ma se i tre in cuor loro non ritengono i compagni di squadra adeguati al ruolo, non hanno rispetto del Coach e non ne seguono le indicazioni e si comportano esclusivamente come individui, cercando in primis e solo di salvare la propria faccia e distinguere il proprio risultato da quello della squadra, la squadra non esiste più, e la somma finale per il risultato sarà solo e soltanto casuale.
Ultima serie di tre frecce ad Ulsan tra Korea e Francia per l’Oro arco olimpico a squadre. I Francesi sono in vantaggio 193 a 192 e tirano per primi, ma fanno tre 9. Coreani devono fare 28 per pareggiare e 29 per vincere. Fanno invece tre 10. e vincono l’oro 222/220. La squadra Coreana ancora una volta dopo Pechino si dimostra capace della serie vincente quando serve. Tra di loro, tre campioni assoluti di livello quasi identico che lottano all’ultimo sangue con altri del loro stesso livello ogni anno per il posto nella squadra A, diventando poi ogni anno la squadra da battere, anno dopo anno, da sempre.
Un livello altissimo e costante, monitorato perfettamente da un Coach pure lui di alto livello, un metodo di selezione che non lascia spazio ai favoritismi, una progarmmazione della preparazione omogenea e perfetta che porta i membri della squadra ad esprimersi tutti al loro massimo contemporaneamente. A quel punto, tre uomini fanno una squadra, e il Coach è l’elemento coagulante dei tre, non quello disgregante.
Non sempre, però, tre uomini fanno una squadra

2 commenti:

Sandrine ha detto...

un bel articolo, che meriterebbe un posto "piu largo"!!

Anonimo ha detto...

sono daccordo con Sandrine