martedì 22 dicembre 2009

Ecosistema /1

Più volte in diverse situazioni anche pubbliche ho definito l’insieme della norme , delle regole e delle consuetudini della FITARCO il nostro “ecosistema”.
Wikipedia definisce “ecosistema” come segue:

Il termine ecosistema si riferisce alle componenti combinate fisiche e biologiche di un ambiente. Un ecosistema è generalmente uno spazio all'interno dell'ambiente naturale in cui i fattori fisici (abiotici) del contesto, come le rocce e il suolo, funzionano insieme con gli organismi (biotici) interdipendenti, come le piante e gli animali, entro lo stesso habitat. Gli ecosistemi possono essere permanenti o temporanei. Gli ecosistemi di solito danno luogo ad un certo numero di reti alimentari.

Ovvio che il nostro “ecosistema arcieristico” non da luogo alla creazione di reti alimentari, salvo alle tradizionali grigliate sui campi di tiro, ma sicuramente l’interazione tra le norme (abiotiche) e gli arcieri (biotici) consente al sistema stesso di sviluppare fattori di crescita o di contrazione, come del resto può avvenire in qualsiasi contesto sociale governato da un set di leggi.
Una cosa comunque ferma in ogni ecosistema è che le modifiche alle relazioni all’interno dello stesso portano al cambiamento delle reti che si sviluppano dall’ecosistema, con l’accelerazione di alcune e la contrazione e magari morte di altre, ma che i trend di queste variazioni sono analizzabili esclusivamente sul lungo periodo e mai a livello istantaneo.
Il compito del creatore di norme quindi, nell’ecosistema arcieristico, è sempre quello di prevedere i probabili futuri sviluppi delle singole diramazioni che dipartono e ramificano dalla singola variazione introdotta nell’ecosistema stesso. Ovvio che alcune conseguenze alle variazioni sono immediate e subito percepibili, ma molte altre invece richiedono un grado di conoscenza dell’ecosistema e una percezione dell’insieme delle norme e delle loro interazioni con l’intero movimento FITARCO che non sono spesso molto immediate e richiedono una approfondita conoscenza dell’ecosistema arcieristico di riferimento.
La storia delle modifiche passate introdotte nell’ecosistema e dei loro effetti, sia livello internazionale che nazionale, diventano quindi la sola base per l’analisi delle influenze che le variazioni possono introdurre negli sviluppi futuri, ma le variabili in gioco, spesso non controllabili a priori, rendono qualsiasi livello di analisi, anche il più approfondito, una speculazione oltre la terza mossa di una partita a scacchi : qualcosa per maestri, e comunque sempre non infallibile.
Lasciando le disquisizioni teoriche, proviamo a fare qualche esempio di interventi nell’ecosfera arcieristica che derivano dal passato.
Nel 1998 la divisone Arco Nudo è ancora ammessa in Italia solo alle gare di Tiro di Campagna, e i risultati AN delle squadre nazionali sono in ribasso, per scarsa di disponibilità di ricambi di alto livello. Erano passati già 10 anni da quando il presidente Pagotto aveva “lasciato uscire” dalla FITARCO la maggior parte della componente Arco Nudo / Tiro Istintivo (che aveva fondato la FIARC) nell’ottica di migliorare l’immagine di Federazione Olimpica della FITARCO: un grande intervento nell’ecosistema, con l’obiettivo percepito di dare al tiro con l’arco una maggiore immagine sportiva, ma con il risultato sul lungo periodo di aver quasi portato all’estinzione il tiro Arco Nudo nella stessa FITARCO.
E’ proprio il sottoscritto che nel 1998 in Consiglio Federale solleva allora il problema, enfatizzando il fatto che una Divisionecome quella AN non poteva avere esclusivamente la stagione all’aperto a disposizione, se doveva mantenere una certa numerosità per garantire i ricambi alle squadre nazionali. Ed ecco che il Consiglio Federale decide di introdurre per il 1999 i Titoli Italiani Indoor Arco Nudo, dando con quella decisione il via al rilancio del tiro Arco Nudo in Italia.
Non era certo specifica intenzione degli allora consiglieri arrivare ad una situazione dove il tiro Arco Nudo, dieci anni dopo, sarebbe diventata la seconda Divisione per numerosità in Italia, anche superiore in numero a quella Compound. L’intenzione allora era di potenziare il settore “quanto bastava”, senza penalizzare troppo i numeri dell’Arco Olimpico, in particolare quelli giovanili, che dovevano e dovrebbero essere quelli che garantiscono il futuro della FITARCO come federazione Olimpica. Ma la variazione nell’ecosistema FITARCO non aveva tenuto conto dell’attivismo esasperato di alcuni “organismi” che erano in grado di annichilire altri intorno e spingere maggiormente le proprie possibilità di sopravvivenza e predominio rispetto ad altri, decisamente impreparati agli avvenimenti.
Oggi, dieci anni dopo, il problema che FITARCO deve affrontare è la necessità di apportare ulteriori correzioni al suo ecosistema, per evitare che lo stesso veda un ulteriore ridimensionamento della Divisione Compound, proprio mentre la stessa comincia ad avere, finalmente, prospettive Olimpiche, anche se ancora lontane nel futuro. Le prime avvisaglie dei cambiamenti si sono già avute lo scorso anno, con il ritorno delle squadre Nazionali Compound anche giovanili ad una partecipazione internazionale maggiore che non quella del recente passato (uno dei fattori che maggiormente influenzano l’ecosistema in direzione di una divisione rispetto all’altra). Ma incentivando ora nuovamente il settore Compound, non si rischia che in prospettiva nell’ecosistema le “cellule”del settore Olimpico subiscano una contrazione, attaccate da due lati, dalle “cellule” Arco Nudo (e le loro “mutazioni” 3D Long Bow e Istintivo) da un lato e dalle “cellule” Compound dall’altro? L’ecosistema FITARCO, organismo complesso, si basa in massima parte per il proprio sostentamento (finanziario) sulle “cellule” olimpico e sulla loro buona salute e “riproduzione” continua. Sono quelle le cellule che nell’ecosistema controllano la buona salute dell’intera FITARCO per tramite del flusso “sanguigno” dei finanziamenti CONI. Come detto, però, indicazioni definitive sull’efficacia degli interventi correttivi l’avremo probabilmente tra un minimo di 5 anni soltanto, e solo allora saranno possibili ulteriori eventuali variazioni correttive che saranno inevitabilmente introdotte a quel punto troppo tardi, in una direzione o nell’altra.

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