lunedì 19 ottobre 2009

Se non crediamo noi..

Il calcio continua a non accettare mezzi elettronici per risolvere situazioni arbitrali direttamente in campo, e la regola del fuorigioco continua a generare infinite possibilità di interpretazione senza arrivare alla soluzione reale: l’abolizione.
Le regole del calcio non cambiano, e sono ormai ben oltre i 100 anni che sono sempre le stesse.
Il tiro con l’arco ha alcune regole generiche che sono le stesse al massimo da una quarantina d’anni. La gara della FITA che ha le stesse regole sulle distanze uomini e donne da più lungo tempo è proprio il FITA Round, che risale agli anni 50… Tutte le altre regole e regolamenti sono in continua evoluzione, e lo stesso FITA round non si tira più, oggigiorno, con le stesse regole degli anni 50, ma neppure con quelle degli anni 80…
Recentemente, la FITA ha cambiato logo, se non addirittura nome. Il famoso logo con le foglie di alloro attorno al bersaglio a cinque colori è stato sostituto da quattro quadrati irregolari dai colori giapponesizzanti ( i giapponesi amano i colori pastello) che iscrivono un arco e un afreccia stilizzata. E il nuovo logo “deve” essere accompagnato dalla scritta “World Archery”, mentre la scritta FITA non c'è più. Che la FIFA vada presto a chiamrsi "World Soccer" ?
L’Olympic Round, nato nel 1991, è finalmente morto ufficialmente al congresso 2009, dopo 18 anni di vita, e senza neppure un anno di sperimentazione per la formula che lo va a sostituire.
E mi fermo.
Uno sport universale ha secondo molti il diritto di qualificarsi tale se le sue regole sono note e stabili da almeno cento anni o oltre. Ma sembra che questa regola sia ormai appannaggio solo degli sport “ricchi”, come il calcio, e i golf .
Tutti gli altri, i cosiddetti sport minori, ovvero praticamente TUTTI gli altri sport, continuano a cambiare regole e spesso persino identità all’inseguimento dell’araba fenice della visibilità televisiva, senza neppure rendersi conto che la loro esistenza è inevitabilmente e per sempre legata ai praticanti dello sport, non agli spettatori.
E per trovare nuovi praticanti per il tiro con l’arco, la soluzione non è inventare per ciascun nuovo iscritto un nuovo tipo di gara con un nuovo bersaglio e nuove regole. Magri con una nuova organizzazione sotto un nuovo nome.
La soluzione è ridurre la tipologia delle gare, il numero delle classi e i tipi di arco, ma aumentare i riscontri comuni alle tipologie sopravvissute, non ridurle. Creare identità, non divisioni.
Un set di regole, un solo mondo, un solo bersaglio.
Una identità ormai perduta per il tiro con l’arco della FITA.
Se non crediamo noi nelle nostra identità, perché altri dovrebbero?

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